QUALE OLIO DI OLIVA

GUIDA ALLA SCELTA DI UN INGREDIENTE CHE HA UN RUOLO DI PRIMO PIANO NELLA NOSTRA ALIMENTAZIONE.

Ulivo

Fondamentale nella cucina mediterranea, l’olio di oliva è uno dei pochi elementi che mette d’accordo cuochi, buongustai e nutrizionisti. L’olio d’oliva si accompagna perfettamente, come condimento, a cereali, verdure, pesce e legumi, gli “ingredienti” principali dell’alimentazione corretta. La moderna dietologia attribuisce all’olio d’oliva numerose virtù:

  • Favorisce la prevenzione delle malattie cardiovascolaricontrasta l’aumento e il deposito di colesterolo del sangue, in quanto è costituito in prevalenza da acido oleico e acido linoleico, grassi mono e polinsaturi capaci di abbassare il colesterolo “cattivo” LDL e di innalzare quello “buono” HDL.
  • E’  utile per il fegato, favorisce la contrazione della cistifellea, evita il ristagno della bile e la conseguente formazione di calcoli.
  • Aiuta a combattere l’invecchiamento e l’insorgenza dei tumori: soprattutto l’extravergine d’oliva contiene numerose sostanze (fenoli semplici e complessi) che svolgono un’azione antiossidante sulle cellule, rallentandone l’invecchiamento. Inoltre, secondo recenti studi, grazie all’azione della vitamina E e dei già citati potenti antiossidanti naturali, l’olio extravergine d’oliva protegge l’organismo dalla formazione dei tumori.
  • E’  alimento digeribile. Secondo gli scienziati che hanno stabilito una scala  di digeribilità dei diversi oli, l’extravergine d’oliva risulta il più facile da digerire.

I TIPI IN COMMERCIO

Prima di acquistare l’olio d’oliva occorre leggere l’etichetta che, tra le altre informazioni, riporta la denominazione di vendita. In commercio se ne possono trovare quattro tipi:

schema olio
  • Olio extravergine di oliva: presenta gusto perfetto e un’acidità inferiore all’ 1%. L’estrazione avviene con l’esclusivo utilizzo di mezzi fisici (frangitura, spremitura, separazione) e senza l’utilizzo di additivi.
  • Olio vergine d’oliva: privo di difetti e con caratteristiche organolettiche, presenta una acidità inferiore al 2% e, come per l’extravergine, la sua estrazione avviene solo con mezzi fisici e senza additivi.
  • Olio d’oliva: quando la qualità delle olive non è elevata e il prodotto presenta un’acidità eccessiva e difetti del gusto, l’olio viene raffinato con una serie di operazioni chimiche: deadicificazione con soda, decolorazione su terre attive, deodorazione con vapore. Al termine di queste operazioni, si ottiene un olio limpido, quasi privo di odore e sapore, al quale viene aggiunta viene aggiunta una parte di olio vergine, che dà colore e gusto. Il prodotto ottenuto è commercializzato con la dicitura “olio d’oliva” e presenta una acidità inferiore all’ 1,5%. Rispetto all’extravergine, si conserva meglio ma perde, durante la raffinazione, parte delle componenti più preziose, come la vitamina E e i polifenoli.
  • Olio di sansa di oliva: si ottiene miscelando oli di sansa raffinato con oli vergini; ha un’acidità inferiore all’1,5%. Dalla pasta delle olive già pressata e priva di sostanza grassa (sansa) si estrae l’olio grazie all’utilizzo di un solvente; questo olio viene raffinato e “tagliato” con olio vergine che rende accettabile il gusto. Il prodotto ottenuto, commercializzato con la dicitura “di sansa di oliva” , è ultimo come qualità nella classifica degli oli d’oliva.

MEGLIO GIOVANE

Sull’etichetta controllate anche la dicitura “consumare preferibilmente entro…, con il riferimento al mese e all’anno: al momento dell’acquisto conviene infatti scegliere un olio “giovane”, con data di scadenza lontana nel tempo, perché l’invecchiamento non è un sinonimo di pregio, anzi, con il passare del tempo diminuisce la quantità.

Preferite inoltre un olio confezionato in bottiglia di vetro scuro o in lattina, perché questi materiali proteggono l’olio dagli effetti dannosi della luce che favorisce l’irrancidimento dei grassi. Per la stessa ragione, conservate la bottiglia al buio e, se di vetro trasparente, avvolgetela in un foglio di carta d’alluminio.

INFORMAZIONI EXTRA

Sull’etichetta dell’olio possono comparire anche delle precisazioni facoltative come:

  • gli eventuali abbinamenti gastronomici;
  • la varietà delle olive da cui l’olio deriva;
  • le informazioni nutrizionali;
  • il grado di acidità, che viene riportato quando si presenta al di sotto dei valori previsti dalla legge (è infatti indice di buona qualità, in quanto soltanto le olive sane, raccolte a giusto grado di maturazione e spremute subito dopo la raccolta possono dare un olio a bassissima acidità);
  • le modalità di estrazione, ad esempio la dicitura “spremuto a freddo” indica che la spremitura viene effettuata alla temperatura di 28/30°C: questo metodo tradizionale consente una minore resa, ma garantisce una maggiore salvaguardia delle sostanze antiossidanti. A volte comprare anche la dichiarazione “prima spremitura”, del tutto scontata per l’olio extravergine, ottenuto esclusivamente dalla prima spremitura.  

IL SIGNIFICATO DEL MARCHIO

  • Gli oli che riportano il marchio DOP sono ottenuti da olive raccolte in una zona ristretta e secondo un preciso disciplinare di produzione che impone diverse regole riguardanti: la varietà di olivo, la produzione massima per ettaro, le modalità di lavorazione, le caratteristiche organolettiche, la tipologia dell’imballaggio.
  • L’olio IGP ha un disciplinare meno restrittivo, in quanto è legato all’area di produzione    per una sola caratteristica o una parte del processo di produzione. Gli oli DOP e IGP recano, per legge, l’indicazione della provenienza delle olive.
  • L’olio di oliva BIOLOGICO è prodotto con olive coltivate senza l’utilizzo di diserbanti, fitofarmaci, anticrittogamici e deve riportare la dizione: “Agricoltura biologica-regime di controllo UE” con il nome dell’organismo di controllo e il codice della autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole.

TIPO DI OLIO               COEFFICIENTE DI DIGERIBILITA’

 Extravergine d’oliva                                                           100

Girasole                                                                               83

 Arachide                                                                             81

 Mais                                                                                   36

 

 

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Frutta

Conservazione “SottoZero”

La Congelazione rappresenta una grande risorsa per chi cucina: consente infatti un risparmio di tempo e denaro ( in quanto permette di acquistare una sola volta maggiori quantità di alimenti ad un prezzo migliore); offre la possibilità di avere sempre a disposizione piatti già pronti; prolunga la disponibilità di tutti i cibi legati alle stagioni. Grazie a questa metodologia di conservazione, la profusione di ortaggi di ogni tipo, di cui godiamo durante l’estate, può venire ad esempio protratta nel tempo.

Piselli

Ma anche la congelazione ha le sue regole, che vanno rispettate affinché gli alimenti mantengano tutte le proprie caratteristiche nutritive ed organolettiche.

CONFEZIONAMENTO

Prima di essere congelati, gli alimenti devono essere opportunamente lavati e asciugati, o comunque puliti e liberati delle parti di scarto (ossa,  pelli, lische, interiora, ecc.) Si procede quindi all’imballo, indispensabile per proteggere il prodotto dall’essicazione, dalla brina e dalla trasmissione degli odori. I materiali adatti al confezionamento devono essere impermeabili e chimicamente inerti, come: il polietilene in rotoli a metraggio o in sacchetti; la pellicola in PVC per alimenti; i contenitori in alluminio o in plastica chiusi da un coperchio o da un foglio di alluminio. L’importante è che aderiscano bene al prodotto, lasciando fuoriuscire gran parte dell’aria.

Segue quindi l’etichettatura con la data di congelazione; fondamentale per controllare il tempo di giacenza e mantenere la corretta rotazione di consumo.

Frutta

STIVAGGIO

La congelazione domestica non va confusa con la surgelazione industriale, in cui i liquidi contenuti nei diversi prodotti si cristallizzano in tempi brevissimi, consentendo una perfetta conservazione dei cibi.

Quando mettiamo gli alimenti nel freezer, dobbiamo dunque fare in modo che la congelazione avvenga in un periodo il più breve possibile, perchè i cristalli che si formano siano di piccole dimensioni (come nella surgelazione) e in fase di decongelazione non provochino ampie lesioni delle pareti cellulari.

A tale proposito è necessario:

  • regolare con un certo anticipo il congelatore, portandolo alla massima temperatura;
  • non congelare in una sola volta una quantità di prodotto superiore al 10% della capacità della cella-freezer;
  • posizionare i prodotti all’interno appoggiandoli ad una delle pareti del congelatore ed evitando il contatto con alimenti già congelati (che potrebbero “riscaldarsi”);
  • non aprire lo sportello della cella durante il processo di congelazione.

DECONGELAZIONE

Diversamente da quanto si crede, è meglio cuocere direttamente gli alimenti, senza scongelarli. Questo vale per i prodotti di piccolo taglio o per i prodotti di grosso spessore da cuocere a fuoco lento. Nel caso in cui il cibo debba essere consumato crudo o lavorato prima di essere cotto, si può procedere alla scongelazione in frigorifero, un metodo lento che però evita alterazioni del prodotto.

Da evitare la scongelazione in acqua corrente, che provoca la perdita di molte sostanze nutritive.

QUANTO DURANO:

Pesce e crostacei: 2 mesi

Animali da cortile e selvaggina: 6 mesi

Pane e Pasticceria: 6 mesi

Frutta (meglio se ricoperta di zucchero o sciroppo) e verdura : 12 mesi

Carne fresca di manzo o agnello: (taglio grosso) 12 mesi, (taglio piccolo) 8 mesi

Carne fresca di maiale o vitello: (taglio grosso) 5 mesi, (taglio piccolo) 8 mesi

Carne trita e salsiccia: 2 mesi

 Cibi cotti: 2 mesi

Formaggi: (freschi) 4 mesi, (stagionati) 6 mesi

contenitori
calici

Un Drink in Giardino

UN DRINK IN GIARDINO

CON L’ARRIVO DELLA BELLA STAGIONE I POMERIGGI SI FANNO PIU’ LUNGHI ED E’ PIACEVOLE CONSUETUDINE TROVARSI, PRIMA DI CENA, CON AMICI O COLLEGHI, PER BERE QUALCOSA INSIEME.

Gustare in compagnia una bevanda rinfrescante è uno dei piaceri che caratterizzano l’estate. Si tratta di riunioni molto informali che si svolgono spesso all’aperto, in giardino o sulla terrazza, dove l’unica preoccupazione di chi invita è mettere gli ospiti a proprio agio con disinvoltura e spontaneità. Su un tavolo verranno disposti gli aperitivi, le bibite e i bicchieri che, una volta riempiti, la padrona di casa porgerà direttamente da mano a mano. Contemporaneamente verranno fatti circolare vassoi con tartine, salatini e canapè: accompagnamento non indispensabile, ma sempre molto gradito di ogni bevanda.

Cosa si offre

Come sempre, è opportuno presentare diversi tipi di bibita in modo da incontrare i gusti di tutti. Oltre alle bevande alcoliche, sono sempre più di moda le preparazioni analcoliche – cosiddette ” biologiche” – a base di frutta e verdura, molto salutari oltre che gradevolissime.

In ogni caso, possiamo realizzare facilmente qualsiasi tipo di preparazione grazie agli strumenti a disposizione sul mercato: dallo shaker al frullatore, dal blender al tritaghiaccio. Ecco le principali tipologie di bevanda che si possono fare:

  • Long drink: analcolici a base di frullati, succhi di frutta e di pomodoro, serviti con cubetti di ghiaccio e acqua gassata.
  • Mist: sciroppi e liquori alla frutta con abbondante ghiaccio tritato.
  • Sparkling: frutta frullata allungata con spumanti.
  • Cocktail: mix di liquori con aggiunta di vari ingredienti.
  • Drink aperitivi: tradizionali bitter serviti con cubetti di ghiaccio e senza aggiunta di acqua.

Quanto alle decorazioni dei bicchieri, si possono preparare prima e conservare su un piatto in frigorifero, ben protette da un foglio di pellicola trasparente. Alle classiche fettine di agrumi inserite sul bordo del bicchiere, si possono aggiungere bastoncini dove infilare olive, ciliegine, pezzetti di ananas e kiwi, o riccioli di scorza d’agrumi; l’importante è che la frutta sia sempre ben lavata e non troppo matura. Infine, non dimenticate di aggiungere una cannuccia nei long drinks.

NEL BICCHIERE GIUSTO

La gamma dei bicchieri per bibite e aperitivi è molto vasta: qui di seguito vi presento i modelli più classici.

La scelta dei bicchieri non è un aspetto da sottovalutare: oltre a valorizzare la bevanda offerta, è infatti un segno del gusto di chi invita.

 

TUMBLER ALTO:

Utilizzare per long drink,

granite e

acqua minerale

 

 

 

 

TUMBLER MEDIO:

per spremute di agrumi

e succo di pomodoro.

 

 

TUMBLER BASSO:

per drink con ghiaccio

a cubetti e senza

acqua e seltz.

 

COPPETTA DA COCKTAIL:

per bevande miscelate “corte”,

nella quantità di 60 cc.

(queste coppette vanno tenute

in frigorifero fino al momento di servire).

 

 

COPPA DA CHAMPAGNE:

per gli sparkling ( oltre che per i

gelati e bevande

con caffè o panna).

 

 

 

 

CALICI:

per la sangria

e i gran vini.

te versato

Il Rito del Tè parte 2

Questo rito del tè costituisce un’occasione meno impegnativa di un invito a pranzo e offre sempre un simpatico pretesto per fare quattro chiacchiere: va quindi presentato in modo semplice e disinvolto, ma curato.

Come si serve

Il tè si prepara in cucina, ma le tazze vanno sempre riempite alla presenza degli ospiti. E’ tradizione che questa bevanda venga versata e servita personalmente dalla padrona di casa che avrà già predisposto su di un vassoio o sul carrello le tazze con i piattini e i cucchiaini, appoggiati sui piattini da dessert che ospiteranno dolcetti e tartine di accompagnamento.

Completano il servizio la zuccheriera, la lattiera con il latte freddo e un piattino con fettine di limone e di arancio. All’ultimo momento si aggiungerà la teiera con il tè e una brocca d’acqua bollente, per preparare altro infuso dopo aver versato il primo.

 

Con Cosa si Accompagna

Con il tè si offrono sia dolci che salatini, dando generalmente la precedenza alle specialità salate.

 

 

Vengono serviti su piatti da portata che si fanno passare da una persona all’altra a seconda dei gusti di ciascuno. Le Torte si presentano sul piatto parzialmente tagliate a fette e accompagnate da coltello e paletta affinché gli ospiti si possano servire una seconda volta. I Salatini possono consistere in sfogliatine, tartine e “toast” secondo l’uso inglese (fette di pan carré abbrustolite e spalmate con un sottile strato di burro); tra i Dolci, oltre ai biscotti di varia qualità, si servono tradizionalmente il plum cake e gli anglosassoni ” muffins”  e ” scones” 

te versato

Il Rito del Tè parte 1

In Giappone è una vera e propria arte che si svolge secondo un rigoroso cerimoniale, in Inghilterra è un imperdibile appuntamento a metà pomeriggio che segue una precisa tradizione, ma anche in Italia l’incontro per il tè è una piacevolissima consuetudine che ha le sue regole di bon ton.

A PROVA DI INTENDITORI

La prima regola perchè l’invito risulti gradito è naturalmente che il tè offerto sia davvero buono, cosa che richiede una procedura precisa e attenta.

  • Il tè scelto deve essere di prima qualità e preferibilmente in foglia piuttosto che in bustina. La gamma dei tè disponibili in commercio è veramente sterminata. Si dividono in 3 grandi tipologie: il tè nero (fermentato) pieno e intenso; il tè oolong (semifermentato) leggero a basso contenuto di teina; il tè verde ( non fermentato) aromatico e rinfrescante.
  • L’acqua deve essere il più possibile pura e priva di calcare, in mancanza di un’acqua con queste caratteristiche si può ricorrere ad una buona acqua oligominerale non gasata.
  • Il bollitore dovrebbe essere in acciaio inox o in vetro da fuoco: evitare l’alluminio, che lascia residui, e la terracotta che trattiene il calore. Il grado di ebollizione varia secondo il tè usato: si passa dai 90° per la maggior parte dei tè neri, a circa 70° per i tè verdi.
  • La teiera può essere in porcellana, ceramica o terracotta. Si riscalda con acqua bollente, poi si svuota e si inseriscono le foglie di tè nell’apposito filtro (1 cucchiaino per ogni ospite + 1 per la teiera); quindi vi si versa l’acqua del bollitore.
  • L’infusione deve durare dai 2 ai 5 minuti. Il tè che si ottiene si può servire con una “nuvola” di latte freddo e poco zucchero, benché gli intenditori lo preferiscono liscio ( soprattutto se si tratta di tè verdi). Sconsigliato il limone: in alternativa si può usare una fetta d’arancia, ma solo in combinazione con i tè neri (Assam  o Ceylon, il più conosciuto in Italia).
     
Rosetta con frittata di porri

Rosetta con frittata di porri

La rosetta con frittata di porri è un panino che costituisce piatto unico, che può essere consumato anche per una gita fuori porta. Preparare il tutto la mattina non è un problema, perché occorrono effettivamente 10 minuti per realizzare questa ricetta, basterà avvolgere il panino/rosetta con frittata di porri nella pellicola, così conserverà il sapore e renderà la rosetta morbida e saporita.

Ma vediamo cosa occorre per una rosetta con frittata di porri per due persone.

  • 4 porri
  • 4 uova
  • 2 rosette (vedi la ricetta qui)
  • olio per friggere q.b.
  • sale q.b.
  • pellicola

Passiamo ora alla preparazione della

Rosetta con frittata di porri

Puliamo i porri eliminando l’esterno, tagliamolo a fettine e friggiamolo in olio bollente.

Mentre i porri sono nella padella, prendiamo le nostre uova e in un piatto e con una forchetta le sbattiamo, aggiungendo il sale e se volete anche il pepe. Togliamo i porri dalla padella e poniamoli su carta assorbente. Poi buttiamo in padella le uova e dopo esattamente, 10 secondi, uniamo i porri.

A metà cottura chiudiamo la frittata in due e lasciamo cuocere ancora per qualche secondo, dopodiché rigiriamola e terminiamo la cottura.

Tagliamo la rosetta in due e poggiamo la frittata, gustatela ancora calda oppure avvolgetela nella pellicola e via infilatela nella borsa e buona giornata!!!

Rosetta con frittata di porri