In Giappone è una vera e propria arte che si svolge secondo un rigoroso cerimoniale, in Inghilterra è un imperdibile appuntamento a metà pomeriggio che segue una precisa tradizione, ma anche in Italia l’incontro per il tè è una piacevolissima consuetudine che ha le sue regole di bon ton.
A PROVA DI INTENDITORI
La prima regola perchè l’invito risulti gradito è naturalmente che il tè offerto sia davvero buono, cosa che richiede una procedura precisa e attenta.
- Il tè scelto deve essere di prima qualità e preferibilmente in foglia piuttosto che in bustina. La gamma dei tè disponibili in commercio è veramente sterminata. Si dividono in 3 grandi tipologie: il tè nero (fermentato) pieno e intenso; il tè oolong (semifermentato) leggero a basso contenuto di teina; il tè verde ( non fermentato) aromatico e rinfrescante.
- L’acqua deve essere il più possibile pura e priva di calcare, in mancanza di un’acqua con queste caratteristiche si può ricorrere ad una buona acqua oligominerale non gasata.
- Il bollitore dovrebbe essere in acciaio inox o in vetro da fuoco: evitare l’alluminio, che lascia residui, e la terracotta che trattiene il calore. Il grado di ebollizione varia secondo il tè usato: si passa dai 90° per la maggior parte dei tè neri, a circa 70° per i tè verdi.
- La teiera può essere in porcellana, ceramica o terracotta. Si riscalda con acqua bollente, poi si svuota e si inseriscono le foglie di tè nell’apposito filtro (1 cucchiaino per ogni ospite + 1 per la teiera); quindi vi si versa l’acqua del bollitore.
- L’infusione deve durare dai 2 ai 5 minuti. Il tè che si ottiene si può servire con una “nuvola” di latte freddo e poco zucchero, benché gli intenditori lo preferiscono liscio ( soprattutto se si tratta di tè verdi). Sconsigliato il limone: in alternativa si può usare una fetta d’arancia, ma solo in combinazione con i tè neri (Assam o Ceylon, il più conosciuto in Italia).